ASSOCIAZIONE CULTURALE "VILLALAGO IN FLATURNO"
via Domenicantonio Grossi n.7 - 67030 - VILLALAGO (AQ) - ITALIA




2011 - Progetto di restauro "Lavagnino 2011"




Tutto cominciò con l’idea di restaurare l’altare della Chiesa Parrocchiale di Villalago, dedicato a San Domenico Abate, agli inizi dello scorso decennio. La Confraternita di San Domenico Abate intendeva investire i suoi fondi per il restauro dell’altare dell’Eremo (secc. XVIII – XIX), apparentemente piuttosto malconcio per l’umidità. Gli esami della Sovrintendenza misero in evidenza che quel altare non soffriva di umidità, come si pensava, c’era solo un decadimento delle decorazioni dovuto al tempo. Invece, era messo peggio l’altare della Parrocchiale, molto più antico del primo (del 1621) e veramente degradato dalle ripetute verniciature e dal nero fumo. Successivamente, il denaro fu impiegato per lavori più urgenti, quali il rifacimento del tetto della chiesa dell’Eremo, il rifacimento della Via Crucis dell’Eremo, contributi per lavori urgenti in Chiesa.  L’idea è stata ripresa con grande slancio nel 2010 ed agli inizi del 2011. Insieme, la Parrocchia, la Confraternita e l’Associazione “Villalago in Flaturno”, hanno messo le basi per il progetto di restauro di tre beni culturali di questa parrocchia: l’altare di San Domenico Abate conservato nella Chiesa Parrocchiale, la Lunetta della Chiesa di San Michele Arcangelo, presso il vicinato Rapezzana, ed il dipinto de “I tre cuori di Gesù” conservato presso la Chiesa della Madonna Addolorata, presso il vicinato “Colle”. In un colpo solo abbiamo lavorato su tre opere delle tre chiese della parte più antica del paese: un abbraccio ideale a Villalago.  Dovevamo solo dare un nome al progetto ed abbiamo deciso di intitolarlo a Emilio Lavagnino. 

Emilio Lavagnino (1898 – 1963) fu uno storico dell’arte di rilievo tra gli anni ’30 e gli anni ’50 del secolo scorso, autore di numerose pubblicazioni che hanno fatto scuola nel settore. Nell’inverno 1943 – 1944, seppur messo in quiescenza perché inviso al regime fascista e perché si era rifiutato di trasferirsi al nord Italia, sotto l’amministrazione della Repubblica di Salò, insieme addott. E. Lavagnino uno sparuto drappello di collaboratori e colleghi, riuscì a mettere in salvo dai Tedeschi e dalle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale ben 10.000 opere d’arte reperite in tutta Italia (tra queste, solo per citarne qualcuna: il Tesoro di San Marco, “la Pietà” di Giambellino, “Lo sposalizio della Vergine” di Raffaello, opere di Piero della Francesca, Bramante, Rubens, Tiziano, Giorgione, Perugino, Caravaggio, cimeli di Gioacchino Rossini). Le opere furono raggruppate prima in luoghi sicuri, tra cui i castelli di Sassocorvaro e Carpegna (PU), e poi trasferite in Vaticano. Come fece lui, anche noi, nel nostro piccolo cerchiamo di salvare, recuperare e valorizzare i nostri beni culturali, non rifuggendo dalla guerra e dalla distruzione ma dall’oblio, dall’incuria e dall’ignoranza che sono altrettanto dannosi. 

E’ nato così “Lavagnino 2011” (con l’intenzione e l’auspicio che possa esserci un “Lavagnino 2012” e così via). Alla realizzazione di questo sogno, oltre al popolo di Villalago, residente e non, hanno contribuito in maniera determinante la Parrocchia Santa Maria di Loreto di Villalago, Confraternita di San Domenico Abate di Villalago e l’Associazione “Villalago in Flaturno” che hanno dato un contributo economico sensibile, la Banca di Credito Cooperativo di Roma e la DRG Ponteggi. Un sincero ringraziamento va al Direttivo della Confraternita ed al suo Priore, Gennaro Grossi, a don Alain Alfred Tombohindy, a don Carmelo Rotolo, all’architetto Domenico Caputi, a Milvio Iafolla, a Carlo Alberto De Filippo, a Danilo Iafolla, a Gabriel Grossi, a Carmelina Caranfa, a Iginia Iafolla, a Raffaele Gentile, a Roberto Raimondi all’Amministrazione Comunale. Ringraziamo la prof.ssa Alessandra Lavagnino, scrittrice, figlia di Emilio, che ha accolto con grande entusiasmo e cordialità l’idea di denominare questo progetto con il cognome del padre. Infine, dobbiamo fare un plauso particolare alla dott.ssa Anna Colangelo, funzionario della Sovrintendenza, che in mezzo al terremoto che ha sconquassato i beni culturali della provincia dell’Aquila ha trovato un po’ di tempo e di spazio anche per noi, ed al coordinatore dell’equipe di restauro, dott. Fausto Di Marco a cui si può dire solo “grazie per quello che ci hai restituito” 

Altare di San Domenico Abate (1621) - Chiesa Parrocchiale Santa Maria di Loreto a Villalago
PRIMA DOPO
AltarePrima AltareDopo

Quadro "I tre cuori di Gesù (sec. XIX) - Chiesa della Madonna Addolorata a Villalago
PRIMA DOPO
QuadroPrima QuadroDopo

Lunetta in pietra (secc. XI - XII) - Chiesa di San Michele Arcangelo a Villalago
PRIMA
LunettaPrima
DOPO
LunettaDopo

Di seguito, riportiamo l'intervento del Presidente dell'Associazione, in occasione della presentazione delle opere restaurate, il 26 agosto 2011.


"Buonasera a tutti e grazie per essere intervenuti numerosi alla presentazione delle opere d’arte restaurate a beneficio di tutti. Saluto e ringrazio della loro presenza Sua Eccellenza mons. Angelo Spina, Vescovo di Sulmona – Valva, l’on. Paola Pelino, il Sindaco di Villalago, Fernando Gatta, il Mar.Capo Enrico Tarquini, comandante della Stazione Carabinieri di Scanno, don Alain Tomboindy, Parroco di Villalago, mons. Carmelo Rotolo, Parroco di Scanno, la Confraternita di San Domenico Abate di Villalago, la delegazione del Monastero di San Domenico Abate a Sora, il direttore della locale agenzia della Banca di Credito Cooperativo di Roma, il Sindaco di Castelfidardo, dott. Mirco Soprani ed il presidente del Consiglio Comunale di Castelfidardo, Henry Adamo.
Saluto con affetto la dott.ssa Anna Colangelo, funzionario della Sovrintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici d’Abruzzo per la zona di Sulmona, i restauratori, Fausto ed Anna Di Marco, Federico Di Dionisio e Luca Farina che hanno operato con passione e puntuale professionalità, il dott. Sergio Caranfa, funzionario della Sovrintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici d’Abruzzo per la zona di Pescara, e l’amico Angelo Caranfa con il quale collaboriamo ormai da anni. Infine un particolare saluto lo rivolgo all’amico Dalmazio Tripodi, della DRG Ponteggi, che ci ha dato un grande sostegno economico ed umano.
In questo momento provo una grande emozione, sia per la portata dell’evento, sia perché prediligo lavorare dietro le quinte. Ma in qualità di presidente dell’Associazione “Villalago in Flaturno”, sento il dovere di ringraziarvi con tutto il cuore della fiducia che ci avete accordata.
La nostra associazione nasce nel 2007 per volontà di un gruppo di amici di infanzia, con l’intento di trovare e “salvare” la nostra storia: la storia di Villalago. Abbiamo scelto il nome “Flaturno” perché anticamente, nell’alto medioevo, l’alta valle del Sagittario si chiamava così.
Come sapete, abbiamo realizzato già diversi progetti, ma per portarli al termine è stato sempre determinante l’aiuto di qualcuno. La Confraternita di San Domenico Abate è stata la prima ad aiutarci ed infatti ci aveva finanziato la pubblicazione di una monografia su San Domenico Abate. Successivamente, la Banca di Credito Cooperativo di Roma e la sig.ra Anna Maria Lupi ci avevano messi in condizioni di curare l’uscita di una seconda monografia, avente come oggetto lo studio di un documento del 1092 che attestava l’esistenza di Villalago, con il nome di
Rocce Sancti Petri de Lacu. Quindi, nel 2010, l’Amministrazione Comunale ci aveva supportati per il restauro della statua in terracotta, rinvenuta murata nella Chiesa dell’Eremo di San Domenico Abate nell’anno 2005.
Così, siamo arrivati ad oggi: nel giro di 10 mesi siamo passati per ben due volte nelle vostre case, chiedendovi un contributo. Forse è troppo, in così poco tempo, ma è pur vero che sempre nel giro di questi 10 mesi, e non oltre, siamo riusciti a concretizzare ciò che vi avevamo proposto: la riparazione del campanile ed il restauro delle opere d’arte qui presenti. Naturalmente, per tutti noi, il risultato più grande è l’altare di San Domenico Abate restaurato. Uno dei commenti più belli, suscitati dalla vista di quest’altare, è di una cara persona che mi ha confidato:”E’ un merletto.” Ed infatti adesso possiamo ammirare come il monumento sia stato, alla stessa stregua di un lavoro all’uncinetto, frutto di un accurato e paziente lavoro di manifattura. Esso trasmette una spiritualità che supera la barriera del tempo, così come la statua di San Domenico Abate in terracotta. Fra poco, vi mostreremo le immagini del ritrovamento e vi renderete conto anche voi quale fosse il desiderio, man mano che appariva la statua, di vederne il volto.
Abbiamo lavorato intensamente, dovendo risolvere non poche difficoltà, ma San Domenico Abate ci ha aiutati a superarle perché sappiamo tutti che per noi Villalaghesi egli è l’ancora che ci conduce a Cristo. In questa operazione, sono intervenute numerose persone che volontariamente hanno messo al nostro servizio la propria professionalità gratuitamente. A tal proposito, vorrei far riflettere tutti quanto sia importante insegnare ai nostri figli l’opera del volontariato che si traduce nella carità cristiana.
Noi abbiamo messo a disposizione il nostro tempo e le nostre energie ma tutto ciò che abbiamo realizzato, è stato possibile grazie al popolo di Villalago che ha risposto con totale partecipazione, ed in particolare i molti anziani che hanno dato tanto del poco che hanno: loro li ho tutti nel cuore.
Grazie a tante persone che non sono di Villalago, ma che qui hanno la casa dove trascorrono le loro vacanze.
Grazie ad un gruppo di amici di Scanno che credono nella collaborazione.
Grazie agli amici di Castelfidardo che ci danno lo spunto per nuove idee.
E grazie ai nostri cari emigranti: parlando al telefono con uno di loro, mi ha detto:”io non lo so se un giorno potrò tornare a vedere l’altare di San Domenico Abate, ma lo dovete fare! La sera, quando vado a letto, prima di dormire rivado con la mente in tutte le vie di Villalago, dove giocavo.”
Un grazie particolare, poi, lo rivolgo alla sig.ra Liliana Grossi che spinta dalla sua fedele devozione, ha sostenuto integralmente le spese per il restauro della tela dei “Tre Cuori di Gesù.”
Questo per noi è un giorno di grande festa ma il nostro pensiero va anche a quelle famiglie che sono nella sofferenza per la mancanza di due persone che sarebbero state fiere di questi risultati: Angelo e Fabio.
Saluto tutti e vi ringrazio uno per uno. Avendo le possibilità, avrei potuto realizzare i restauri senza chiedere nessun aiuto: ma ora so che non avrei mai provato la gioia che mi viene donata adesso, proprio per averli realizzati insieme a voi.

Grazie."

Il presidente dell'Associazione
Maria Rosaria Gatta

powered by rapezzana@tiscali.it - copyright 2012